Storia, cultura, borghi medievali, natura: sono molti i tesori da scoprire in Valle Camonica. Conosciuta in tutto il mondo per le incisioni rupestri, dichiarate patrimonio UNESCO nel 1979, la Valle è caratterizzata anche da un’importante biodiversità, con oltre il 55% del suo territorio costituito da aree protette.
Oltre alle località più note della sua parte più alta, come Ponte di Legno e Tonale, apprezzate per una tipica vacanza in montagna, la parte media e bassa Valle Camonica riserva molte sorprese. Terme, capolavori d’arte, cammini panoramici e percorsi ciclabili, vini pregiati e panchine giganti, straordinari cicli pittorici ed esperienze per famiglie.
La “Valle dei Segni”: preistoria a portata di mano
L’arte rupestre della Valle Camonica, in provincia di Brescia, è una straordinaria galleria all’aperto. Oltre 200.000 incisioni catalogate costituiscono un’opera d’arte incredibile, fra le più ampie concentrazioni di incisioni rupestri al mondo. Qui si può leggere la storia di un popolo, quello camuno, che potrebbe rappresentare la storia della civiltà europea.
Dalle sponde del lago d’Iseo fino a Ponte di Legno, in ben 180 siti distribuiti fra 24 Comuni, la “Valle dei Segni” attraversa dodicimila anni di storia. Si va dalla fine del Paleolitico Superiore (tra 13.000 e 10.000 anni fa) all’Età del Ferro (I millennio a.C.).
Si tratta di un viaggio unico nella preistoria e protostoria europea per giungere, attraverso le incisioni di età storica (romana, medievale e moderna) sino alle soglie del XX secolo. Sulle rocce sono incise scene di caccia e di vita quotidiana, riti sacri e simboli enigmatici (fra cui la Rosa camuna, oggi simbolo della regione Lombardia) e migliaia di altre raffigurazioni. Negli 8 parchi archeologici dedicati è possibile immergersi nel fantastico e complesso linguaggio inciso su massi di varie forme e dimensioni. Tra questi, alcuni raggiungono i 50 m e raccolgono fino a 100 figure. La maggior concentrazione si ha nella zona di Capo di Ponte, dove la visita non può che iniziare dal Parco Nazionale di Naquane Qui sono incise su 104 rocce oltre 30 mila figure. Con il più esteso raggruppamento scoperto al mondo, è stato il primo Parco archeologico italiano, istituito nel 1955.
Di fronte a questa zona, si trovano i Massi di Cemmo e, poco distante, il Parco archeologico comunale di Seradina e Bedolina. Altre incisioni si ammirano nei parchi di Lago Moro, Luine e Monticolo a Darfo Boario Terme, a Ossimo, Ceto, Cimbergo e Paspardo, a Sellero, Sonico. Molti altri reperti si trovano al Museo Nazionale della Preistoria della Valle Camonica, a Capo di Ponte.
Archeologia fra i monti
In Valle Camonica sono presenti anche tracce del periodo romano. Le più significative si possono ammirare nel Parco Archeologico di Cividate Camuno (l’antica Civitas Cammunorum, il principale centro in epoca romana) che si estende per circa 20.000 mq.
Qui sono state riportati alla luce il teatro e l’anfiteatro, incastonati in uno straordinario contesto naturalistico con aree verdi ricche di piante e essenze arboree. I reperti che raccontano la fusione tra la civiltà romana e le antiche tradizioni camune sono raccolti nel vicino Museo Archeologico Nazionale della Valle Camonica. Tra le testimonianze provenienti da tutta la Valle, si può ammirare una rarissima statua in pregiato marmo greco di Minerva. Dea della saggezza e della guerra, è stata trovata nell’aula centrale del santuario a lei dedicato a Breno. Ai piedi di una rupe percorsa da grotte e cunicoli scavati dall’acqua, il Santuario di Minerva si trova in un sito di grande fascino paesaggistico, che per circa 2500 anni costituì un luogo sacro, punto di convergenza e riferimento culturale del territorio.
Affreschi e castelli
Straordinari cicli di affreschi decorano le chiese camune e possono essere il filo conduttore di itinerari alla scoperta di capolavori artistici ancora poco noti. Ad esempio, il percorso sulle tracce di Giovanni Pietro da Cemmo, maestro del Rinascimento lombardo attivo nel tardo Quattrocento, porta alla scoperta delle testimonianze lasciate in numerose chiese della Valle Camonica. Nel Santuario dell’Annunciata di Piancogno, dallo stile gotico, ha affrescato scene della vita di Cristo e di Maria. Nella Chiesa di Santa Maria Assunta a Esine – suo capolavoro assoluto – si ammirano invece i cicli che narrano la devozione ai Santi Taumaturghi e la vita di Maria, dipinti con un’eccezionale raffinatezza formale.
A Bienno, nella Chiesa di Santa Maria Annunciata, le sue opere, dedicate alla vita di San Francesco e alle Sibille, entrano in dialogo con quelle di un altro eccezionale artista, il Romanino, che affrescò il presbiterio con un ciclo dedicato all’Annunciazione. Anche questo grande pittore della Scuola Bresciana del Rinascimento lavorò infatti in Valle Camonica. Qui affrescò il presbiterio della Chiesa di S. Antonio a Breno, dichiarata Monumento Nazionale.
Dalla Valle Camonica vale la pena di spingersi fino a Pisogne, sulle sponde del Lago d’Iseo, per ammirare il grande ciclo di affreschi sul tema della Passione che decorano il santuario di Santa Maria della Neve, in quello che viene considerato uno dei punti più alti della sua poetica.
Realizzati tra il 1532 e il 1534, gli affreschi, che ricoprono con un suggestivo racconto le pareti e il soffitto della chiesa, narrano le storie della Passione di Cristo e, sulle volte, raffigurano i Profeti e le Sibille.
Il Castello di Breno
Un vero tuffo nel Medio Evo viene offerto dal Castello di Breno. Si raggiunge con una breve camminata dal centro cittadino e offre dall’alto una spettacolare vista sulle montagne. Edificato come un insieme di torri e palazzi nel periodo di Federico I Barbarossa (1100 – 1200) e convertito a roccaforte militare sotto la Repubblica di Venezia (1400 – 1500), il castello rivela inoltre tracce preistoriche risalenti al VIII sec a.C. La visita diventa un viaggio affascinante tra diverse epoche, dalle mura merlate alla casa-torre signorile fino all’alta torre di 20 metri, aperta alle visite. I suoi ampi spazi verdi sono ideali per passeggiare e rilassarsi.
Il Santuario della Via Crucis di Cerveno
Un altro capolavoro artistico unico nel suo genere è il Santuario della Via Crucis, accanto alla chiesa parrocchiale del piccolo borgo di Cerveno.
Il Santuario (le Capèle in dialetto camuno) si inserisce nella tradizione lombardo-piemontese dei Sacri Monti. Le 14 cappelle della Via Crucis sono disposte lungo un corridoio a gradoni che culmina alla sommità con la cappella della Deposizione. Affrescate, con 198 statue in legno e stucco a grandezza naturale di un vivido realismo popolare, narrano le tappe della Passione di Cristo. Per portare a termine l’opera si impiegò oltre un secolo, dalla metà del 1700 alla metà del 1800.
La maggior parte delle statue sono state realizzate dallo scultore camuno Beniamino Simoni a partire dal 1752. Le statue dell’VIII, IX e forse X stazione si devono invece a Donato e Grazioso Fantoni, che sostituirono il Simoni. Nel 1869, Giovanni Selleroni da Milano completò l’ultima stazione, la XIV, chiudendo di fatto più di un secolo di lavori.
La Via Crucis è stata recentemente riportata al suo originario splendore da un accurato restauro ed ora si ammira in tutto il suo straordinario pathos e bellezza.
Bienno, borgo degli artisti e delle antiche fucine
Torri merlate e antiche case con loggiati e portali in pietra: Bienno, fra i Borghi più Belli d’Italia, conserva intatto il suo aspetto medievale, da scoprire passeggiando senza fretta fra vicoli e piazzette.
Nel cuore del paese si celano inattesi capolavori d’arte, come i pregevoli affreschi del Romanino e dei da Cemmo nella chiesa di Santa Maria Annunciata, e l’organo realizzato nel XVII sec. dai fratelli Antegnati nella parrocchiale. Ma la vera curiosità del paese sono le antiche fucine, dove ancor oggi è possibile vedere come si lavorava un tempo il ferro, con i magli del 1600 mossi dalla sola forza delle acque. Un tempo, in tutta la valle, erano un’ottantina le officine che producevano “ferrazze”: eredi di questa tradizione, di cui si possono ripercorrere le tappe nel Museo etnografico del ferro, i fabbri di Bienno utilizzano ancora oggi le medesime tecniche di lavoro di oltre tre secoli fa.
Tecniche antiche da scoprire anche al vecchio mulino, dove è possibile vedere in attività le grandi macine che trasformano i cereali in farina. In omaggio a questa tradizione artigiana, da oltre 30 anni Bienno, borgo degli artisti, si trasforma nell’ultima settimana di agosto in un vivace crocevia di creatività in occasione della Mostra Mercato, ormai divenuta un evento culturale di rilevanza internazionale, con oltre 200 artisti e artigiani che espongono le loro opere. Il suo centro storico si anima con installazioni artistiche, laboratori, esposizioni, spettacoli.
Il fascino del lago Moro
La Valle Camonica è ricca di laghetti montani, piccole gemme azzurre incastonate nel mezzo di panorami verdeggianti. Tra questi, il Lago Moro è un piccolo specchio d’acqua a 381 m di altitudine, tra i comuni di Darfo Boario Terme e Angolo Terme. È la meta ideale per un tuffo rigenerante, un giro in pedalò o barca a remi o per una passeggiata lungo sentieri e che lo circondano, immersi in una natura rigogliosa.
Dal punto di vista naturalistico, la vicinanza con il clima mediterraneo del Lago d’Iseo e quello glaciale dell’Adamello fanno del Lago Moro la zona a più alta concentrazione di biodiversità d’Europa. Una condizione favorevole che si riflette anche sulle produzioni di formaggi, miele, olio locali. Nei mesi di maggiore flusso turistico è attivo il servizio navetta con partenza e arrivo dalla località Corna di Darfo.
Terme e Cammini
In Valle Camonica si trova la località termale di Darfo Boario Terme, le cui terme sfruttano i benefici effetti delle acque bicarbonato-solfato- calciche delle 4 fonti, provenienti dal monte Altissimo. Il grande Parco termale, di oltre 130.000 mq, consente agli ospiti di immergersi nel verde e nella natura.
Per chi ama camminare, la Valle offre anche due straordinari percorsi paesaggistici, storici e culturali, la Via Valeriana e il Cammino di Carlo Magno. Possono essere fatti in parte, oppure nella loro interezza in più giorni.
La Via Valeriana
La Via Valeriana è un antico tracciato che va da Pilzone sul Lago d’Iseo a Edolo. Si biforca per proseguire da una parte fino all’Aprica e da qui a Tirano in Valtellina, dall’altra fino al passo del Tonale. Lunga 190 km e divisa in 12 tappe, ripercorre l’antica strada che, si narra, fu realizzata dal generale romano Gaio Publio Licinio Valeriano per poter spostare il più velocemente possibile le truppe dall’Italia fino ai bacini del Reno e del Danubio. Fra i gioielli camuni dell’itinerario, il Santuario della Via Crucis di Cerveno e il Convento dell’Annunciata di Piancogno, con affreschi di Giovanni Pietro da Cemmo.
Il Cammino di Carlo Magno
Il Cammino di Carlo Magno parte da Bergamo e giunge fino a Carisolo, in Trentino Alto Adige. L’itinerario percorre antichi sentieri seguendo le orme di Carlo Magno, che la leggenda vuole sia passato in Valle Camonica. Si sviluppa per circa 225 km ed è diviso in 12 tappe. Nel tratto camuno offre paesaggi molto suggestivi e tocca importanti chiese, borghi e siti storici. Tra i punti imperdibili, il Lago Moro, piccolo gioiello incastonato tra le montagne di cui abbiamo già parlato, il Parco delle incisioni rupestri di Foppe di Nadro e quello di Naquane a Capo di Ponte.
La ciclovia del Fiume Oglio
La bassa-media Valle Camonica offre agli appassionati delle due ruote percorsi di ogni tipo e di ogni genere di difficoltà. La Ciclovia del Fiume Oglio è stata eletta la ciclabile più bella d’Italia agli Italian Green Road Awards 2019, gli Oscar italiani del cicloturismo. Si sviluppa per 90 km dal Passo del Tonale al lago d’Iseo. Il percorso si snoda fra scorci panoramici e antichi borghi lungo la cosiddetta Pista ciclabile camuna, che da Capo di Ponte, alternando paesaggio naturale e urbano, prosegue in sede propria per oltre 40 km. Incontra i centri di Breno, Darfo Boario Terme, Pisogne e giunge poi sulla riva orientale del Lago d’Iseo.
Panchine giganti e panorami mozzafiato
Ideate dal designer americano Chris Bangle, le Big Bench si trovano anche in Valle Camonica. Ce ne sono ben 10, collocate in punti particolarmente panoramici a Darfo Boario Terme, Capo di Ponte, Breno, Lozio, Paspardo, Borno, Sellero, Sonico, Edolo, Incudine.
Queste coloratissime panchine oversize rendono omaggio alle più belle cime che abbracciano la valle. Il Pizzo Camino e la Concarena sono visibili dalla panchina gigante di Borno, mentre il Parco Archeologico Comunale di Seradina-Bedolina è nelle vicinanze della panchina di Capo di Ponte. A Paspardo si trova la prima Big Bench collocata in valle, con vista sul castello di Cimbergo e sulla Concarena, mentre quella di Darfo Boario Terme regala un colpo d’occhio fino al lago d’Iseo.
Vini pregiati e vigneti eroici
SI dicono “eroici” i vigneti collocati in quota, su terreni scoscesi o su terrazzamenti, come quelli che disegnano i declivi della e media Valle Camonica, da cui provengono pregiati vini a Indicazione Geografica Tipica. Negli ultimi anni c’è stato un recupero della vitivinicoltura in questa zona, dove era stata in parte abbandonata, e il paesaggio sta lentamente e piacevolmente mutando.
Il Consorzio Vini di Valle Camonica propone itinerari da fare in bici o piedi, fra tracciati antichi, vigneti terrazzati, borghi e cantine dove sostare per visite e degustazioni. Ad esempio, il percorso “Tra vigne e vini” attraversa i vigneti e le cantine del conoide della Concarena, toccando la Casa museo di Cerveno. Il percorso “Tra vigne e ulivi” si snoda invece tra i Comuni di Piamborno e Darfo Boario Terme. Offre scorci incantevoli sul Lago di Iseo e sul Lago Moro, con tappe a siti di rilevanza storico-culturale come il Santuario dell’Annunciata di Piamborno.
Un’occasione particolare per conoscere vini e territorio è, ogni autunno, la “Valle dei Segni Wine Trail”, una corsa alla scoperta dei “Segni” tra storia, arte, territorio, vigne.
Tutte le informazioni su www.visitbrescia.it
Photocourtesy: VisitBrescia e Agorà